A causa dell’attuale contesto di incertezza economica, il livello di attenzione nei confronti delle banche italiane e internazionali non è mai stato così elevato. Ne deriva che sempre più persone cercano su Internet informazioni sulle banche sicure e sulle banche a rischio, nella speranza di poter depositare i propri soldi nelle prime, e tenersi alla lontana dalle seconde.
Ma quali sono le banche più sicure in Italia? E come potersi rendere conto se una banca è sicura o meno? Qualche settimana fa il Corriere della Sera ha realizzato un interessante monitoraggio dei principali indicatori patrimoniali delle banche (Cet1: il capitale “pronto” per l’uso, quello liquido; Tier1: che comprende il Cet1 e le azioni di risparmio; Tcr: che mette in relazione il patrimonio totale sulle attività ponderate per il rischio), e ne ha tratto una vera e propria classifica istituti bancari italiani più solidi e più sicuri. Quali sono?
Banche italiane più sicure 2018
In termini di Cet1, la banca ritenuta più solida è Mediolanum, con un indicatore del 20,40%, ma il podio vede anche Banco Popolare (14,85%) e Bper (14,47%). Tra i principali istituti di credito spiccano anche Credem (13,51%), Intesa Sanpaolo (12,80%) e Credito Valtellinese (12,41%), davanti a Carige (12,30%), Mediobanca (12,10%), Banca Sella (11,97%), Bpm (11,73%).
Ricordiamo che il minimo richiesto in termini di Cet1 per le banche sistemiche è dell’8%, mentre il minimo richiesto sul fronte del Tcr è del 10,5%. Anche su questo fattore, però, le banche italiane hanno requisiti piuttosto ampi e ben superiori al minimo: Mediolanum è sempre in testa con il 20,50%, davanti a Banco Popolare con il 18,12% e a Intesa Sanpaolo con il 17,20%.
Infine, in termini di Tier1 Mediolanum si conferma la più solida con il 20,40%, davanti al 14,85% di Banco Popolare e al 14,56% di Bper (le differenze con l’indicatore Cet1 sono nulle o quasi, a causa della scarsa presenza di azioni di risparmio).
Dunque, si può affermare che le banche italiane siano sicure? In termini patrimoniali, è difficile non essere d’accordo con questa affermazione, considerato che tutti i principali istituti di credito del Paese hanno requisiti ben oltre il minimo richiesto. Tuttavia, è ovvio che i soli tre indicatori di cui sopra non sono sufficienti per poter inquadrare con una panoramica puntuale lo stato di salute delle aziende di credito tricolori, soprattutto nelle ipotesi di crisi sistemiche o nuovo congiunture gravemente negative.

Dario Valentinai, laureato in Economia e Commercio, è l’autore dei contenuti del blog resricerche.it. Esperto nel campo dell’economia e delle finanze che si occupa di scrivere contenuti informativi e approfonditi sui temi legati ai conti correnti, ai prestiti e ai mutui. Grazie alla sua competenza e conoscenza approfondita delle dinamiche finanziarie, è in grado di analizzare le ultime tendenze del mercato e di fornire consigli utili per aiutare i lettori a prendere decisioni informate riguardo alle proprie finanze personali.