Scaglioni e Aliquote IRPEF del 2018

Con la primavera, gran parte degli italiani è alle prese con la dichiarazione dei redditi e con il calcolo dell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) da versare. La disciplina dell’Irpef è contenuta nel TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) che all’art 1 definisce il presupposto per l’applicazione dell’imposta, ossia il possesso di redditi in denaro o in natura, rientranti nelle categorie previste dalla legge, che sono 6:

– redditi fondiari;
– redditi di capitale;
– redditi di lavoro dipendente;
– redditi di lavoro autonomo;
– redditi d’impresa,
– redditi diversi.

Ogni categoria include anche dei redditi assimilati a quelli rientranti nelle definizione tipica, e dall’altro prevede una categoria residuale dei redditi diversi, nella quale sono incluse fattispecie reddituali non riconducibili ad altre categorie tipiche. Ogni reddito è determinato in base alle regole proprie della categoria nella quale rientra e confluisce nel reddito complessivo del contribuente, che è la base di partenza per il calcolo dell’imposta dovuta.

Sono soggetti passivi dell’imposta le persone fisiche residenti e non residenti nel territorio dello Stato italiano. La differenza tra persone fisiche con o senza residenza fiscale in Italia è di notevole importanza, in quanto vigono differenti metodi di determinazione del calcolo della base imponibile. Per i soggetti residenti si applica il metodo della tassazione del reddito mondiale, secondo cui ai fini della determinazione fiscale rilevano tutti i redditi posseduti, anche se prodotti all’estero; per i soggetti non residenti rilevano solo i redditi prodotti nel territorio dello Stato.

Reddito complessivo e base imponibile Irpef

Caratteristica dell’Irpef è la periodicità del prelievo. Ad ogni periodo d’imposta corrisponde un’autonama obbligazione tributaria. La determinazione dell’Irpef avviene così:
– determinazione della base imponibile (calcolo del reddito complessivo dato dalla somma algebrica dei singoli redditi posseduti dal contribuente a cui si sottraggono gli oneri deducibili);
– applicazione dell’aliquota corrispondente al rispettivo scaglione di appartenenza;
– applicazione di eventuali detrazioni (familiari a carico, spese mediche e altri oneri).

Si arriva così alla quantificazione dell’imposta da versare mediante lo scomputo dei crediti d’imposta, ossia versamenti e ritenute a titolo di acconto. Se quest’ultima operazione da un saldo positivo, si determina l’ammontare del versamento che il contribuente deve effettuare. Se il saldo è negativo si avrà una dichiarazione a credito, nel senso che il contribuente risulterà aver versato un’imposta maggiore rispetto a quella effettivamente dovuta, con la conseguenza che gli verrà riconosciuto il diritto di computare l’eccedenza in diminuzione dell’imposta per il periodo successivo o di chiederne il rimborso in sede di dichiarazione.

Scaglioni e aliquote Irpef 2018

L’irpef è un tributo strutturato con aliquote progressive, cioè crescenti al crescere del reddito. Ad ogni determinato scaglione di reddito viene applicata un certa aliquota. Vediamo di seguito i 5 scaglioni e le relative aliquote applicate ad ognuno, per l’anno 2018:
I Scaglione va da 0 a 15.000 euro e prevede l’applicazione di un’aliquota del 23%
II Scaglione va da 15.001 a 28.000 euro e prevede l’applicazione di un’aliquota del 27%
III Scaglione va da 28.001 a 55.000 euro e prevede l’applicazione di un’aliquota del 38%
IV Scaglione va da 55.001 a 75.000 euro e prevede l’applicazione di un’aliquota del 41%;
V Scaglione per i redditi superiori a 75.000 euro e prevede l’applicazione di un’aliquota del 43%.
Per fare un esempio e comprenderne il meccanismo, prendiamo il caso che una persona fisica abbia un reddito imponibile di 25.000 euro: l’imposta lorda (pari a 6.150 euro) si calcola applicando l’aliquota del 23% su 15.000 euro (3.450 euro) e l’aliquota del 27% sui restanti 10.000 euro (2.700 euro). Dall’imposta lorda poi si ricava l’imposta netta, sottraendo le detrazioni previste per legge. L’imposta netta non coincide con l’imposta da versare, in quanto andranno sottratti i crediti d’imposta e gli acconti già versati.

Le proposte per il 2019

L’assenza di coperture finanziarie della Legge di Bilancio del 2018 ha portato a rimandare l’applicazione della Riforma degli scaglioni ed aliquote Irpef che, dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2019 e prevede la riduzione degli scaglioni da 5 a 3, al solo scopo di ridurre la pressione fiscale. La riforma prevede che:

– per i contribuenti che producono un reddito tra 0 a 8.000 euro non è previsto il pagamento dell’Irpef;
– i redditi tra 8.001 e 15.000 euro saranno soggetti ad un’aliquota pari al 27,5% (I Scaglione);
– i redditi tra 15.001 e 28.000 euro saranno soggetti ad un’aliquota pari al 31,5% (II Scaglione);
– i redditi superiori a 28.000 euro saranno soggetti ad un’aliquota del 42-43% (III Scaglione).

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